Il prossimo 3 dicembre 2019 verranno annunciati i risultati della rilevazione PISA 2018 (acronimo per Programme for International Student Assessment), l’indagine internazionale promossa dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) che coinvolge più di 80 Paesi.

La prova è stata sostenuta dai ragazzi di tutto il mondo di 15 anni di età nella primavera del 2018, dal 20 marzo al 30 aprile, e ha riguardato i campi di: lettura, matematica e scienze, e alcuni temi più innovativi tra cui la cultura finanziaria e la capacità di problem solving collaborativo.

PISA-OCSE: uno strumento per misurare la capacità dei giovani di affrontare le sfide della vita

PISA è un’indagine internazionale a cadenza triennale, proposta per la prima volta nel 2000, ed è rivolta a valutare la capacità di studenti quindicenni di utilizzare le competenze acquisite durante gli anni scolastici per affrontare le situazioni della vita adulta di tutti i giorni.

L’esame è progettato da esperti educatori provenienti da ogni parte del mondo e i partecipanti vengono scelti in modo casuale tra gli studenti appartenenti alle scuole delle regioni o dei Paesi che aderiscono all’iniziativa.

All’interno del sito ufficiale OCSE (https://www.oecd.org/) è possibile visionare parti del test sottoposto ai candidati. Ho testato alcune domande proposte e devo ammettere che, sebbene abbia trovato il sondaggio nel suo complesso adeguato all’età dei partecipanti, per rispondere ad alcune domande ho dovuto prendermi del tempo per riflettere, poiché la loro risposta non era per niente scontata né immediata, e in alcuni casi non ho indovinato la risposta corretta.

La parte che ho trovato maggiormente interessante è quella relativa alla cultura finanziaria. Vengo da una generazione dove i corsi di economia non erano ricompresi nel programma scolastico, e chissà quando si comprenderà l’importanza del loro inserimento all’interno dell’attuale piano di studi.

La mia fortuna è stata quella di aver scelto un corso di laurea riguardante tematiche economiche, altrimenti non avrei saputo rispondere a gran parte delle domande. E a questo punto mi chiedo: non è forse tra i compiti di uno Stato fornirci tutti gli strumenti necessari per affrontare al meglio il nostro futuro e diventare cittadini consapevoli delle proprie scelte? Siano queste anche solo relative alla migliore scelta economica tra due piani tariffari per il cellulare o per decidere tra affittare o comprare una casa.

Link per visionare alcuni dei test sottoposti agli studenti quindicenni durante la prova del 2015 à http://www.oecd.org/pisa/test/

Risultati del PISA 2015: differenze di genere nei rendimenti scientifici legate alle ambizioni lavorative

Nell’attesa della pubblicazione dell’indagine PISA 2018, diamo uno sguardo ai risultati registrati nella prova PISA 2015, a cui hanno partecipato circa 540.000 studenti di 15 anni, in rappresentanza di circa 29 milioni di ragazzi, appartenenti ai 72 paesi ed economie che hanno aderito all’iniziativa (http://www.oecd.org/education/singapore-tops-latest-oecd-pisa-global-education-survey.htm). Dalla valutazione il Singapore ha sovraperformato rispetto ai Paesi OCSE, seguito da Giappone, Estonia, Finlandia e Canada.

Per quanto riguarda il nostro Paese, l’Italia ha registrato nella prova di conoscenza scientifica 481 punti, al di sotto della media dei paesi OCSE di 493 punti. Anche nella prova di lettura gli studenti italiani hanno registrato risultati inferiori, con 485 punti rispetto ai 493 punti di media. Miglior rendimento invece sul fronte delle conoscenze matematiche, nel quale si allinea con la media del campione con 490 punti.

Analizzando le differenze di genere, è emerso che i partecipanti di sesso maschile hanno perfomato meglio dei partecipanti di sesso femminile sia nel campo scientifico, con 17 punti di scarto, sia nel campo matematico, con un distacco di 20 punti, mentre le ragazze hanno statisticamente superato i ragazzi nell’esame di lettura di 16 punti.

In particolare, le differenze registrate nelle performance dei ragazzi e delle ragazze nella conoscenza delle scienze e della matematica sono tra le più elevate rispetto agli altri Paesi partecipanti, mentre per quanto riguarda la lettura la differenza nelle performance tra ragazze e ragazzi risulta essere tra le più basse se confrontata con le differenze registrate mediamente dagli altri Paesi partecipanti.

Guardando ai dati complessivi del PISA 2015, il distacco nei rendimenti registrati dai ragazzi confrontati con quelli delle ragazze nelle scienze rimane marcato anche negli altri Paesi, a eccezione della Finlandia dove le ragazze hanno registrato le migliori performance nel campo.

Tali differenze non sono tanto legate alle abilità dei singoli ragazzi, ma quanto ai diversi interessi e alle aspettative di carriera. Ciò che emergerebbe dal sondaggio infatti è che, sebbene un quarto dei ragazzi e delle ragazze abbia maturato aspettative di lavoro nel campo scientifico, siano i ragazzi quelli maggiormente interessati in lavori quali l’ingegnere, lo scienziato o l’architetto, mentre le ragazze abbiano maggiori aspettative a intraprendere carriere come dottoresse, veterinarie o infermiere.

Se questi risultati vengono confrontati con quelli del triennio precedente, emerge che queste differenze di genere vengono rinforzate dagli atteggiamenti e dai pregiudizi intrinsechi dei genitori, docenti e addirittura dei testi scolastici.

Per leggere il comunicato completo riporto di seguito il link à http://www.oecd.org/pisa/pisa-2015-Italy.pdf

Gli studenti italiani: consumatori estremi di internet e con elevata ansia scolastica

Tornando ai risultati registrati in Italia, dall’indagine PISA 2015 emerge che gli studenti quindicenni si sentono in media soddisfatti della loro vita (in media un livello di 6,9 contro la media OCSE di 7,3), soprattutto negli ambienti scolastici contraddistinti da un buon clima di disciplina e da una forte percezione, da parte degli studenti, che gli insegnanti delle materie scientifiche si interessano all’apprendimento di ciascuno allievo. Al contempo però, si riportano alti livelli di ansia scolastica il 56% si innervosisce durante la preparazione di un test, contro la media OCSE del 37% e il 70% degli intervistati è molto in ansia anche se dichiara di essersi preparato al test (media OCSE: 56%).

Un’altra tematica analizzata dal PISA 2015 è quella relativa al tempo che gli intervistati trascorrono utilizzando internet. Il 23% degli studenti italiani risulta consumatore estremo di Internet, arrivando a utilizzare questo strumento per 165 minuti al giorno, durante la settimana, e per 169 minuti durante il fine settimana, contro la media OCSE di 146 minuti e 184 minuti. Dall’analisi fornita dall’OCSE risulterebbe che i consumatori estremi di Internet, in Italia come in altri paesi, hanno tendenzialmente peggiori risultati a scuola, maggiori probabilità di saltare scuola o arrivare in ritardo, e minori probabilità di pensare di conseguire una laurea o un diploma universitario.

Personalmente, condivido la necessità oggigiorno di sviluppare capacità informatiche per evitare nel tempo di risultare meno competitivi rispetto ai propri coetanei. Da qui la necessità di approfondire le tematiche informatiche e tecnologiche anche attraverso un utilizzo costante di internet. Ma ciò che mi preoccupa è leggere che il 47% degli studenti italiano abbia dichiarato di “sentirsi proprio male se non c’è una connessione a Internet” (media OCSE: 54%).

Ho condiviso qui solo alcune delle riflessioni pubblicate dall’OCSE, quelle che mi hanno maggiormente colpito. Per leggere nella sua completezza il comunicato relativo ai rendimenti dell’Italia nel PISA 2015 riporto di seguito il link à https://www.oecd.org/pisa/PISA2015-Students-Well-being-Country-note-Italy-Italian.pdf

Maggiori investimenti per un sistema scolastico più equo e inclusivo

In un mondo iperconnesso come quello odierno, gli standard dell’eccellenza nell’educazione non sono più fissati dai limiti nazionali e ogni Paese deve pertanto costruire un sistema scolastico più equo e inclusivo. Con questo importante obiettivo a mente, è possibile leggere e analizzare i risultati del sondaggio PISA e individuare gli aspetti del processo educativo da migliorare, anche grazie all’analisi del rendimento degli studenti e dei contesti di apprendimento dei diversi Paesi.

Come ha ricordato il segretario generale Angel Gurría durante il discorso di presentazione dei risultati PISA 2015 tenutosi a Londra (http://www.oecd.org/pisa/launch-of-pisa-2015-results.htm) “Ogni paese ha margini di miglioramento, anche coloro che hanno eccelso nelle indagini. Con alti livelli di disoccupazione giovanile, l’aumento delle disuguaglianze e la significativa disparità di genere aggiunta alla urgente necessità di promuovere la crescita inclusiva tra paesi, molto di più deve esser fatto per assicurare a ogni bambino, indipendentemente dal contesto sociale, di ricevere la migliore educazione possibile.”

E per conseguire questi obiettivi gioca un ruolo importante da parte degli Stati l’investimento costante nei docenti e nella loro preparazione, anche attraverso un’adeguata remunerazione, un aggiornamento professionale costante.

Ora non resta che aspettare la comunicazione dei risultati dell’indagine PISA 2018, prevista per questo inverno, e augurare agli Stati che vi hanno partecipato di non sottovalutare le analisi che emergeranno e di comprendere gli spazi di miglioramento per ridurre l’eventuale gap con gli altri Paesi o tra le proprie regioni/territori partecipanti al sondaggio.

In fondo, stiamo lavorando tutti per un futuro migliore, per noi e per coloro che verranno: è quindi d’obbligo migliorarci e permettere a tutti di possedere gli stessi strumenti conoscitivi per diventare cittadini consapevoli e responsabili.